Accadde ieri… 26 novembre 2013

Pensieri volanti per la giornata di ieri:

  • interessante scambio sull’asse Minnesota-Sacramento che manda ai Kings l’ex seconda scelta Derrick Williams in cambio di Richard Mbah A Moute, ala dalle spiccate doti difensive.
  • “Alleluja” per le strade di Brooklyn dopo la vittoria contro Toronto ponendo così fine alla striscia di sconfitte… e pare proprio che sia servita una certa dose di fede visti gli ultimi istanti di gara nei quali i Nets sono stati ad un non-nulla dall’essere agganciati o eventualmente beffati sulla sirena.
  • nella vittoria di Orlando, vorremmo dare risalto ad Arron Afflalo che, per quanto “minore” potrà essere la stagione dei Magic, sta viaggiando a ritmi stuzzicanti: 22 punti di media con il 49% dal campo a cui aggiunge quasi 5 assist e altrettanti rimbalzi a partita… respect!
  • poveri Pelicans… ma in fondo sono giovani, quindi su col morale… però perdere come hanno perso loro lascerebbe l’amaro in bocca un po’ a tutti: sotto di uno, ultimo possesso, palla in angolo a Eric Gordon, parte il tiro, palla dentro, palla fuori, sul ferro e poi fuori…

Accadde ieri… 29 ottobre 2013

Magic@Pacers: meno facile del previsto la vittoria di Indiana sul campo di casa contro quella che dovrebbe essere una delle ultime ruote del carro della Lega… Dato inquietante per la difesa-fisicità dei Pacers le 15 stoppate rifilate dai 3 “lunghi”: 7 Hibbert, 5 West (!!!) e 3 George…

Clippers@Lakers: saranno stati gli stendardi della storia, saranno state le canotte ritirate, sta di fatto che “questi” Lakers battono “quei” Clippers contro ogni pronostico, lasciando a sedere Nash e Gasol nel quarto periodo… un dato su tutti: i gialloviola segnano 76 punti con i “panchinari” (!!!) a fronte dei 40 del quintetto… per alcuni tifosi dei Lakers, questa vittoria nel derby anche senza Kobe, vale già il costo dell’abbonamento.

Bulls@Heat: primo quarto fotonico con Derrick Rose in condizione spettacolare, tanto che sembra più forte di prima; poi entrano le seconde linee dei Bulls e la gara finisce lì… 37-18 di parziale nel secondo quarto rende bene la differenza tra la profondità dei due roster… Tolto il quarto periodo (37-29 per Chicago), gli Heat giocano con lo champagne a portata di mano e si possono permettere di avere LBJ a soli 17 punti… Boozer scrive 31 con 7 rimbalzi

Howard e la sua canotta fina….

In un’intervista all’Orlando Sentinel, Dwight Howard ha manifestato il suo disappunto sul fatto che i Magic abbiano reso disponibile la sua ex casacca numero 12 all’ala Tobias Harris.

“I just think that despite whatever happened, there was a lot of things that I did and that we did as a team, and that number was special down there,” Howard told the Sentinel. “And I was alittle bit upset about that.”

orlando_12
Beh diciamo che D12 non se n’era proprio andato tra le lacrime di tutta la città, anzi… le lacrime erano più le sue per i “capricci” relativi alla telenovela sul rinnovo-cessione che aveva mobilitato i media.

Per la cronaca, Harris indossa il 12 come tributo ad un suo carissimo amico morto di leucemia in giovane età.

Preview: Orlando Magic

La star: Victor Oladipo (?)

La novità: Victor Oladipo

Il giovane: Victor Oladipo

Victo Oladipor, Victor Oladipo, Victor Oladipo…
Di chi stiamo parlando? Ah già degli Orlando Magic.
Possiamo dire che della stagione passata, in Florida sponda Magic vogliono salvare solamente il fatto di aver potuto chiamare Oladipo con la scelta numero 2. Squadra materasso come poche, Orlando ha avuto piccoli acuti regalati dal giovane e promettente centro Nikola Vucevic che, per darvi un’idea, nelle ultime 5 gare ha chiuso con 21 punti e 16 rimbalzi di media, e dall’ala Tobias Harris che ha confezionato 23,4 punti con 10 rimbalzi di media sempre nelle ultime 5 uscire dei Magic.
Afflalo, Nelson e Davis sono buoni giocatori ma non c’è materiale da All-Star, quindi tutti ripongono la massima fiducia nell’energetico Oladipo, talentuosa e compatta guardia uscita da Indiana con spiccati istinti difensivi.

Previsione: 20-62 è difficilmente peggiorabile (speriamo per loro). Playoff ancora lontanissimi. 30 vittorie?

Buon compleanno a… Shaquille O’Neal

Rapper, attore, poliziotto, protagonista di reality, analista televisivo e a tempo perso Leggenda del basket!

shaq

Shaq è stato, è e sarà uno di quei personaggi che fanno il bene di uno sport a prescindere dai risultati conseguiti sul campo.

Entrato nella NBA dalla porta principale come prima scelta assoluta del draft del 1992, la sua esclusione dal Dream Team di Barcellona fece subito scalpore dato che era già unanimemente ritenuto all’altezza del compito, ma gli venne preferito Christian Laettner, fresco campione NCAA, eroe dei Blue Devils di Duke e per giunta bianco: apriti cielo!

Sin dall’esordio fu chiaro a tutti che lo strapotere fisico di O’Neal non avrebbe tardato a farsi sentire anche al piano superiore e nel giro di pochi mesi le cifre già parlavano per lui: nella stagione da rookie registrò 23,4 punti, 13,9 rimbalzi e 3,5 stoppate di media con il 56% al “tiro”, se di tiro si può parlare visto che come suggeriva lo slogan Reebok “Shaq Attack”, le conclusioni arrivavano per la maggior parte nei pressi del pitturato.

Senza dilungarci sulla sua lunghissima carriera, ci limiteremo a dire che:

  • con i Magic raggiunse la finale del 95′ perdendola contro i Rockets del suo grande rivale dell’epoca Olajuwon, per il quale aveva stranamente un grande rispetto a differenza di altri “colleghi d’area” (vedi David Robinson);
  • ceduto ai Lakers nell’anno in cui arrivò Kobe dal draft, impiegò qualche anno prima di arrivare al primo di tre titoli coi gialloviola nel triennio 2000-2002;
  • arrivato al punto di non ritorno nel rapporto con Bryant e i Lakers, nell’estate del 2004 (dopo la finale persa con Detroit) venne ceduto a Miami dove nel giro di due anni riuscì a vincere un quarto titolo (senza esere MVP della Finale però per “colpa” di Wade);
  • finito il sogno Miami, cominciò il giro di squadre NBA con l’obiettivo di riuscire a vincere un quinto anello senza però riuscirci, un po’ per l’età, un po’ per condizioni fisiche non ottimali (che novità, n.d.r.), un po’ per meriti degli altri (vedi stagione con LBJ a Cleveland);
  • chiude la carriera con 24,6 punti, 11,2 rimbalzi e 2,3 stoppate di media nel corso di 18 stagioni;

Ci piace ricordarlo per le perle di saggezza che regalava tra cui questo massima sulle sue proverbiali difficoltà con i liberi:

“So me shooting 40 percent at the foul line is just God’s way of saying that nobody’s perfect. If I shot 90 percent from the line, it just wouldn’t be right”

Non per niente, tra i vari soprannomi che si auto-coniava, oltre a Diesel uno dei suoi preferiti era Big Aristotele: maestro!

Accadde ieri… 23 febbraio 2013

Flash della notte:

  • con due liberi di Okafor a 4 secondi dalla fine, Washington si assicura la vittoria sui Rockets… non cambierà molto, ma i Wizards dal ritorno di Wall sembrano meno pietosi di qualche tempo fa…
  • opaca prestazione di Gallinari  nei 15 minuti giocati contro i Bobcats: solo 6 punti e 2 assist… interessanti le 7 schiacciate di JaValone…
  • prendetevi 10 secondi per leggere il roster attuale degli Orlando Magic: http://espn.go.com/nba/boxscore?gameId=400278545 … se non siete svenuti dal terrore, secondo voi riuscirebbero a vincerne una in Eurolega?
  • la tripla doppia di LBJ con 16 punti, 10 rimbalzi e 11 assist e i 33 punti di Wade con 14/18 al tiro archiviano la pratica Sixers
  • grazie alla vittoria sui Pistons della notte e alla recente sconfitta dei Knicks, Indiana si issa al secondo poste nella Eastern… ribadiamo di stare all’erta!
  • serve un canestro di Horford (31 + 11 rimbalzi) con 5 secondi sulla sirena per dare la vittoria agli Hawks sul campo di Milwaukee… convincente esordio di Redick (16 + 7 assist) con la maglia dei Bucks

Buon compleanno a… Charles Barkley

A poca distanza dal più grande di sempre, oggi celebriamo un altro compleanno altrettanto celebre, sua potenza “Sir” Charles Barkley.

barkley

Dopo aver frequentato il college ad Auburn, Barkley venne scelto nel magnifico draft del 1984 (Jordan, Olajuwon e Stockton per fare qualche esempio) con la chiamata numero 5 da parte dei Philadelphia 76ers.

Nel corso del tempo, prima per la cessione di Moses Malone nella stagione 86-87 e poi per il ritiro del Dr J, “Chuck” divenne l’uomo franchigia di Philadelphia e sebbene il suo rendimento individuale fosse sempre stellare, non si poteva dire altrettanto dei risultati di squadra.
Nella sua ultima stagione nella città dell’amore fraterno, decise di indossare la maglia numero 32 (accantonando il suo proverbiale 34) in onore di Magic al quale era appena stato diagnosticato l’HIV.

Nell’estate del 1992 Barkley venne ceduto ai Phoenix Suns con i quali fece subito registrare il miglior bilancio della Lega (62-20) in una stagione da MVP che li condusse fino alle Finals in cui dovettero inchinarsi solo ai Bulls del terzo titolo dell’era Jordan. Questa prima annata con i Suns fu anche di fatto il punto più alto della carriera del nostro festeggiato che dopo qualche altro anno in Arizona si trasferì in Texas, per la precisione a Houston, dove cone Olajuwon e Drexler sperava di poter fare un’ultima corsa verso un titolo che avrebbe ampiamente meritato.

Purtroppo per lui, la schiena che storicamente gli ha sempre dato problemi, gli concesse di giocare solo 152 gare in 4 stagioni (sulle 328 disponibili) nella sua permanenza ai Rockets, facendo così tramontare i sogni per il tanto sospirato anello.

Chiude la carriera con cifre straordinarie se si pensa che, pur giocando da 4, non ha mai raggiunto i 2 metri di alteza (6’6″) nonostante fosse sempre listato come 2,05m abbondanti (ah, le misurazioni americane… che bellezza, n.d.r.): 22,1 punti e 11,7(!!!) rimbalzi a partita con il 54%(!!!) al tiro.

Detto anche “The Round Mound of Rebound” dominava il campo e i tabelloni con la sua straordinaria combinazione di velocità e potenza che spesso sfociava in atteggiamenti che potremmo bonariamente definire “guasconi” nei confronti di arbitri e avversari: insomma non un vero role-model.

Può comunque vantare due ori olimpici (Dream Team del 92 e Atlanta 96) come parziale sostituti del titolo NBA mai arrivato.

Accadde ieri… 2 dicembre 2012

Suns-Knicks: partita curiosa e mai scontata dato che Phoenix si rifà sotto in diversi momenti, finale compreso, arrivando anche a -4 con 1 minuto da giocare dopo aver cominciato il 4° periodo sotto di 17. Trascinata da Melo (34 finali) e dagli ottimi Felton e Chandler, NY prende subito il largo dando l’impressione di poterla chiudere subito. La gara gira immediatamente con un capolavoro tattico di Sheed: entra, fa fallo su tiro, protesta e si becca il tecnico, sul primo libero tirato prende la “seconda T” e viene espulso… il tutto in poco più di un minuto, lasciando così i Knicks senza una vera alternativa a Chandler(tolto il commovente Kurt Thomas, sempre come starter) visto che Camby non era in panca… Genio e sregolatezza!

Magic-Lakers: con un 40-26 di parziale nell’ultimo quarto i Magic consumano la loro vendetta nel primo atto della sfida Howard vs Orlando… D-12, tolti i liberi che ormai non gli danno tregua, timbra il cartellino così come fa Kobe… Non pervenuto nel finale il violino catalano, recentemente richiesto anche a mezzo stampa proprio dal Black Mamba… Per i Magic partita dell’orgoglio generale contro il sistema… è sembrato vagamente di vedere i ribelli contro l’impero stile Star Wars.