Accadde ieri… 30 ottobre 2013

Prima notte ricchissima per la stagione NBA… pensieri a raffica:

  • Miami perde contro Philadelphia guidata da Michael Carter-Williams che a momenti chiude in quadrupla doppia la sua prima gara da rookie, settando pure il record NBA per rubate in gara di esordio (9)
  • New York la spunta sui Bucks anche avendo dilapidato 25 punti di vantaggio… quintetto un filo basso con Felton, Progioni, Shumpert, Melo e Chandler… Mago abbastanza incolore con 6 punti (3/9) in soli 17 minuti
  • Durant ne segna 42 alla prima allacciata di scarpre con 24 viaggi in lunetta
  • Howard alla prima mette a referto 26 rimbalzi con 17 punti… attenzione a Houston!
  • Kevin Love segna la tripla che porta i Wolves all’OT dove poi riescono a prevalere sui Magic… nel dubbio scrive 31+17
  • Datome gioca 18 secondi e ovviamente il suo tabellino è un ripetersi di 0… sigh
  • Pur predendo Duncan per infortunio, gli Spurs vincono sui Grizzlies: 5 punti e 4 rimbalzi per Beli in 19 minuti
  • Sorpresa (?) per i “vecchi” Nets sconfitti dai “giovani” Cavs: Bennett, prima scelta dell’ultimo draft, chiude con 0/5 al tiro… mah!
  • Klay Thompson vince una bambola a forma di Kobe Bryant avendo segnato 38 punti in 31 minuti con soli 19 tiri per aver affondato da solo i Lakers

NBA Rank: #10 –> #6

La prestagione sta volgendo al termine ed allo stesso modo siamo alle fasi finali anche dell’NBA Rank di ESPN

Questa è la mini lista per le posizioni che vanno dalla 10 fino alla 6.

6  Stephen Curry    (super, ma troppo in alto)
7  Dwight Howard   (se sano e motivato ci sta, potenzialmente può stare sopra)
8  Kyrie Irving         (super, ma troppo in alto e bisogna vincere di più)
9  Derrick Rose      (questione di tempo prima di risalire)
10 Marc Gasol        (forse troppo alto, ma due centri nei primi 10 ci stanno)

Troviamo i due lunghi che si contendono il ruolo di “miglior” centro, due giovani stelle come Curry e Irving e un ex MVP che tanto vecchio non è (preoccupantemente).

Ormai è anche chiaro quali siano i primi 5 ed immaginiamo che li abbiate individuati anche voi (vero?)

Il dubbio che resta è capire quali giocatori occuperanno le posizioni dalla #5 alla #2, visto che sulla #1 non ci saranno sorprese.

Howard e la sua canotta fina….

In un’intervista all’Orlando Sentinel, Dwight Howard ha manifestato il suo disappunto sul fatto che i Magic abbiano reso disponibile la sua ex casacca numero 12 all’ala Tobias Harris.

“I just think that despite whatever happened, there was a lot of things that I did and that we did as a team, and that number was special down there,” Howard told the Sentinel. “And I was alittle bit upset about that.”

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Beh diciamo che D12 non se n’era proprio andato tra le lacrime di tutta la città, anzi… le lacrime erano più le sue per i “capricci” relativi alla telenovela sul rinnovo-cessione che aveva mobilitato i media.

Per la cronaca, Harris indossa il 12 come tributo ad un suo carissimo amico morto di leucemia in giovane età.

Chiusura straordinaria: cotechino e purè

Causa forza maggiore, come capirete a breve, oggi la redazione di CTO fa festa.

Anche a dispetto del ritorno di Derrick Rose e della prima di Howard in maglia Houston.

La ragione di questa scelta sta tutta nella colazione che una volta all’anno ci concediamo ad inizio ottobre:

Cotechino
Purè
Friggione
Pasta e fagioli
Vino novello

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Kareem ci va leggero con Howard

Delicatissime dichiarazioni del leggendario #33 dei Lakers su DH12:

Dwight is an extraordinary athlete and has incredible athletic ability, but basketball is a game where the most important muscle that you use on the court is the one between your ears. Dwight’s basketball IQ is not up to speed for him to be a dominant player.

Per tutta risposta, Howard avrebbe ribattuto che non si possono vincere 3 titoli di difensore dell’anno con un QI cestistico basso.
Dl canto nostro, questa auto-arringa difensiva ci lascia un filo perplessi visti i dubbi criteri coi quali si assegna il titolo in questione.

Ad ogni modo, vi abbiamo riproposto solo uno dei tanti battibecchi che ci sono stati e ci saranno tra Howard e la famiglia Lakers

Howard vs Harden… ad occhi chiusi

Superman sfida LaBarba ai tiri liberi ad occhi chiusi…Chi vince?

Ovvio che i super poteri fanno la differenza!

Colpisce solo l’ottimo 8 su 10 di Howard, percentuale molto più alta del suo 49% in stagione… Che l’anno scorso abbia giocato Clark Kent?

Che a Houston si siano già attrezzando per procurare a Dwight Howard dei simpatici copriocchi da indossare solamente dalla linea della carità?

Domande alle quali a noi comuni mortali non è dato sapere la risposta.

LBJ #1 anche nelle vendite

Senza troppe sorprese, LBJ guida la classifica di vendita delle canotte sia negli States sia nel resto del Mondo.

Classifica USA

  1. James
  2. Rose
  3. Bryant
  4. Durant
  5. Anthony
  6. Wade
  7. Howard
  8. Williams
  9. Griffin
  10. Rondo

Classifica Globale

  1. James
  2. Rose
  3. Bryant
  4. Durant
  5. Wade
  6. Anthony
  7. Howard (versione Lakers)
  8. Williams
  9. Griffin
  10. Rondo

 

Preview: Los Angeles Lakers

La star: Kobe Bryant

La novità: potrebbe mancare Kobe, quindi potrebbero non fare i playoff

Il giovane: Steve Nash (Lol)

Che nell’estate sia partito Dwight Howard ormai lo sanno anche i sassi, così come si sa dell’infortunio di Kobe. Non ancora tutti sanno che la testardaggine del Mamba e la sua instancabile etica lavorativa lo hanno messo nelle condizioni di bruciare le tappe sui tempi di recupero; non ci si dovrebbe stupire più di tanto se forsse pronto MOLTO prima di quanto via stiate aspettando.
Paul Gasol ha un anno in più, così come il prossimo 40enne Nash; a Los Angeles devono sperare che ci sia qualche analogia con il vino, che più invecchia più si fa buono… sempre se non diventa aceto.
Nell’estate sono arrivati giocatori un po’ giramondo come Chris Kaman (per mettere una pezza “là sotto”) e il bizzarro Nick Young, eterna promessa mai mantenuta: di certo non un’estate da Lakers.
Resta suggestiva l’idea che circolava qualche mese fa secondo la quale i gialloviola potrebbero decidere di fare volutamente un campionato mediocre (per non dire peggio) e mettersi nelle migliori condizioni (sia di classifica che salariali) per attuare uno a scelta tra due piani malefici: accaparrarsi la chiamata numero 1 del prossimo draft che dovrebbe essere Mr. Canada Andrew Wiggins, oppure buttarsi come uno squalo nel mercato dei free-agent dell’estate 2014.
Chi vivrà vedrà, e ricordatevi soprattutto che dalle parti dello Staples comanda sempre il #24.

Previsione: per certi versi il 45-37 dello scorso anno potrebbe sembrare un’utopia SE Kobe non dovesse tornare in tempo e/o a regime. Va anche detto che senza l’effetto destabilizzate dei mal di pancia di Howard (che però ha chiuso con 17 punti, 12 rimbalzi e 2 stoppate con la schiena incerottata), e senza Kobe, con D’Antoni in panchina e Nash al comando potrebbe esserci una remota possibilità di rivedere il copione dei Suns di qualche tempo fa.
Ci lanciamo sulle 40+ vittorie… in fondo sono sempre i Lakers.

Preview: Houston Rockets

La star: James Harden

La novità: Dwight Howard

Il giovane: Donatas Motiejunas

 

Estate col botto dalle parti di Houston! Finalmente Dwight Howard smetterà di fare i capricci dopo due anni nei quali prima ha messo il muso perchè voleva lasciare Orlando, poi approdato ai Lakers non era contento della scelta perchè Kobe, a suo dire, non aveva avviato il processo di passaggio del testimone. Ora D12 si trova in una situazione in cui non avrà più alibi visto che ha potuto scegliere dove andare e soprattutto dovrebbe aver rimesso in sesto la schiena.
Ma veniamo ai Rockets. L’arrivo della Barba ha fatto fare il primo salto di qualità che si è concluso con un bel 45-37 di bilancio per poi cedere il passo ai più esperti Thunder nel primo turno di playoff. Sta di fatto che a Houston, come cantava qualche saggio, “il cielo è sempre più blu”, o così pare. Tolto Harden di cui nessuno dubitava, ma allo stesso tempo nessuno si aspettava un impatto così importante, tra le fila dei “razzi” c’è stato il boom del belloccio Chandler Parsons (18 punti e 6 rimbalzi col 40% da tre nei playoff) e per quanto possa non piacere agli haters, un pizzico di Linsanity è arrivata anche a Houston visto che Lin, nella sua prima “vera” stagione, ha comunque tenuto le medie di 13,4 punti e 6 assist. L’unica vera grana tattica da risolvere è la coesistenza tra “Superman” e il roccioso Asik (10 punti e 11,7 rimbalzi) che, a dirla tutta, non ha proprio fatto i salti di gioia una volta appreso dell’arrivo di Howard. Starà a coach McHale far andar d’accordo tutti, anche se abbiamo il presentimento che verranno usati due pesi e due (mila) misure per non incupire chi ben sappiamo (con grande omertà non faremo nomi).
Abbiamo deciso di considerare “ancora” giovane il lituano Motiejunas nonostante i suoi (…) 22 anni dato che ci pare il prospetto più promettente come ha testimoniato l’ultimo mese della passata stagione nel quale ha avuto la possibilità di esibire tutta la sua classe (a noi i mancini tecnici piacciono davvero tanto).

Previsione: se, come pare, il pick&roll tra Harden e Superman è destinato a fare i disastri e l’alchimia di squadra non viene sgretolata in un mese, preparatevi ad un secondo botto che potrebbe culminare in una stagione da 55 o più vittorie con discrete possibilità di arrivare lontano anche nella post season. Diciamo finale di conference? Ma sì dai..