Kobe: “E’ più difficile marcare Carmelo che LeBron”… e apriti cielo

Girovagando per la rete alla ricerca del 20esimo punto che ha fatto entrare Carmelo nella storia dei Knicks per aver segnato 20 o più punti in 30 gare consecutive, ci siamo imbattuti in uno dei video correlati proposti da youtube che ci pareva simpatico condividere.

Premesso che siamo di fronte ad una “barbershop conversation” tra due dei volti più noti di ESPN e non a due personaggi di Eddie Murphy che si scannano per stabilire chi sia il pugile più forte, è comunque interessante ascoltare l’analisi di Kobe durante l’estratto dell’intervista.

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Sostanzialmente sottolinea come Melo sia una combinazione unica di rapidità (più che di velocità pura) e potenza (lo definisce un “toro”) con la capacità di far male anche dalla distanza (così come Pierce e Durant) che lo rendono la sfida difensiva più divertente ma al contempo la più dura. Ovviamente Bryant premette che questa è la sua opinione e, come è comprensibile, per altri potrebbe non essere così. Ad ogni modo fa un certo effetto sentirlo dire da Kobe che viene unanimemente considerato il giocatore più forte del dopo Jordan.

Dopo l’intervento video del Mamba parte il dibattito in pieno stile americano (che adoriamo) in cui “tu dici questo, ma ieri avevi detto quello”, “ti ricordo che la settimana scorsa hai confermato quell’altro e adesso ribadisci quell’altro ancora”, e così via…

Appare evidente che nessuno mette in dubbio la superiorità globale di LBJ come giocatore a 360°, però è interessante notare come in alcune gare ci siano accoppiamenti difensivi che tendono a far marcare Anthony da super specialisti difensivi piuttosto che da alcune superstar pari ruolo.

Noi personalmente abbiamo sempre sostenuto l’idea che nella top 3 dei giocatori più completi offensivamente ci sono Melo, Nowitzki e Bryant; completi, non per forza i più efficaci e/o prolifici, che è diverso. Durant meriterebbe un capitolo a parte perchè a tratti sembra irreale ma non ha un vero gioco in post basso (anche perchè non ne ha bisogno) e LeBron per quanto forte non nasce come realizzatore purissimo (e questo è il tratto che lo renderà secondo il nostro parere, uno dei più grandi di sempre) .

Peccato che in Italia non ci sia questa cultura del dibattito sportivo, per quanto teatrale, al posto di sentire le solite 4 idee anteguerra sugli arbitri del calcio che fischiano un rigore o non convalidano un gol fantasma.

Buon compleanno a Othella Harrington

Il festeggiato di oggi, secondo il nostro personalissimo gusto, ha uno dei nomi più belli di sempre nella storia della NBA: Othella!

Tralasciando il nome, non c’è tanto da dire sulla carriera cestistica di Harrington (7,4 punti e 4,4 rimbalzi di media) se non qualche piccola curiosità:

  • nel 1992 venne eletto MVP del McDonald’s All American game segnando 21 punti conditi da 19 rimbalzi
  • è stato compagno di squadra di Iverson ai tempi di Georgetown
  • la sua stagione migliore è stata quella coi Vancouver Grizzlies del 1999-2000 nella quale registrò 13,1 punti, 6,9 rimbalzi entrambi career high
  • ha giocato in Iran nella stagione 2009-10 all’età di 36 anni: ah, il folklore!

othella

Accadde ieri… 30 gennaio 2013

Lakers-Suns: con un “fantastico” quarto periodo chiuso 29-13 in favore di Phoenix, Los Angeles butta al vento la possibilità di assumere qualche parvenza di credibilità dal punto di vista della costanza. E dopo le incoraggianti vittorie recenti, Kobe e soci si trovano nuovamente a guardarsi negli occhi per capire cosa non abbia funzionato. Ribadiamo che Nash fermo a quota 2 assist ci pare un’eresia, per di più nel palcoscenico di Phoenix che lo ha reso grande e che tra l’altro gli ha riservato un caloroso saluto durante il pre partita. Nei Suns molto bene Beasley autore di 27 punti con un buon 12/20 al tiro.

Bulls-Bucks: bell’affermazione di Chicago sul campo di Milwaukee con la solita prestazione corale… spicca però ancora una volta la prova di Krypto Nate che partendo dalla panca, gioca 26 minuti nei quali realizza 24 punti (9/11) ai quali aggiunge pure 4 assist e 3 recuperi… per Belinelli un minutaggio in linea con le ultime uscite: 19 minuti nei quali mette a referto 8 punti (3/8), un recupero e una stoppata.

Rockets-Nuggets: gara in sostanziale parità fino all’inizio dell’ultima frazione nella quale i padroni di casa fanno valere il fattore campo imponendosi per 35-24… il quintetto dei Rockets gira davvero molto bene, purtroppo però contro Denver non basta, specie se si gioca a queti ritmi… ci sentiamo infatti di dire che i Nuggets sono la versione rodata del progetto Rockets con la sola differenza che a Denver non esiste necessariamente una stella designata, anche se patriotticamente ci piace pensare che quel ruolo sia destinato a Gallinari… Gallo chiude appunto con 27 punti (10/17) e arricchisce il tabellino con 5 assist e ben 4 stoppate.

Magic-Knicks: nella vittoria di NY che prende il largo nel secondo tempo, non c’è molto da dire vista la pericolosità di questi Magic… segnaliamo solamente che con il 20ello di stanotte, Melo stabilisce un nuovo record per i Knicks per quanto riguarda le gare consecutive con almeno 20 punti: con questa sono 30.

Gay a Toronto in cambio di Davis e Calderon a Memphis

Notizia flash di mercato: pare appunto in dirittura d’arrivo lo scambio che porterà Gay a vestire la maglia Raptors, lasciando posto nelle fila dei Grizzlies a Davis e Calderon.

Nostro giudizio sullo scambio

Toronto: Gay è un clone di DeRozan (magari più forte) che però costa molto di più; ennesimo giocatore “soft” che arriva in Canada.

Memphis: arriva un ottimo play veterano che va collocato sapientemente dato che Conley sta facendo benone; Davis si aggiunge ad una batteria di lunghi piuttosto tecnici, fornendo l’atletismo che manca a Gasol e Randolph.

Se lo scambio finisse così (ma pare che per Calderon ci siano offerte anche da parte di Detroit, pronta a mettere sul piatto Prince e Daye) ci sentiremmo di dare un 4 ai Raptors e un 7 a Memphis (per la controparte tecnica, non di più perchè adesso c’è un “3” da inventare).

Derrick Rose prepara il rientro?

Stando a quanto trapela dalle fonti vicine ai Bulls (Tom Thibodeau in primis) l’ispettore Derrick si sta avvicinando sempre più alla condizione ottimale in vista del rientro che tutti stanno aspettando; tifosi dei Bulls e del basket in generale.

Pare infatti che gli allenamenti ai quali D-Rose viene sottoposto siano già in modalità “full-contact” e come sottolinea il coach di Chicago:

“He can do all the cutting, he can do shooting, he can go off the dribble. So it’s just a matter of him getting acclimated to playing in a game situation.”

Non resta quindi che prepararsi, sperando che non vengano forzati i tempi in modo da poter ritrovare l’ex MVP così come lo avevamo lasciato.

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Giusto per dare la carica, vi riproponiamo il commercial Adidas, della quale Rose è testimone, trasmesso qualche tempo dopo l’infortunio al crociato che lo ha messo KO negli scorsi playoff.

Buon compleanno a… Jalen Rose

Oggi festeggiamo un personaggino che, come si dice dalle nostre parti, non è proprio comodo subito.

Come molti di voi sapranno, Rose frequentò il college a Michigan dove fin dal primo anno entrò a far parte del gruppo ricordato come “Fab Five”; Insieme a lui, c’erano anche due future star NBA come Chris Webber e Juwan Howard. I Fab Five diventarono ben presto un fenomeno più culturale che sportivo anche perchè non si era mai vista una squadra guidata da uno starting-5 di freshman (giocatori al primo anno) e, a fronte dei successi sul campo, ben presto arrivò un’attenzione mediatica senza precedenti, con conseguente giro di dollari fuori misura.

Vuoi che pur arrivando in finale due volte non riuscirono mai a spuntarla, vuoi che a Jalen non andassero a genio i giocatori di Duke, sta di fatto che in un’intervista rilasciò delle dichiarazioni tanto candide quanto taglienti in merito alle università “per figli di papà” come appunto quella dei Blue-Devils. Rose sosteneva che le borse di studio venissero date solamente a giocatori provenienti da scuole private e che per uno come lui, per quanto forte, non ci sarebbe mai stato spazio per via dei suoi natali. Quando gli venne chiesto cosa ne pensasse dei giocatori neri tra le fila di Duke, senza tanti giri di parole lui li definì degli “Uncle Tom”, non proprio un gran complimento.

A distanza di anni, per chiarire alcuni punti sulla fatidica intervista, pur ribadendo che le sue dichiarazioni erano frutto anche della giovane età e non del pensiero di un uomo adulto (considerazione comprensibile, ndr), ha comunque ribadito parte delle sue idee, sottolineando come non abbia mai avuto il piacere di vedere Coach K (storico allenatore di Duke, per chi non lo sapesse) dalle parti di Detroit (zona natale di Rose) alludendo alle presunte direttive scolastiche per assegnare le borse di studio.

Venendo alla militanza in NBA, il festeggiato di oggi si è sempre distinto per essere una guardia compatta e con un discreto fiuto per il canestro come dimostrano le medie carriera di 14,3 punti per gara, con il fiore all’occhiello della stagione 2001-02 tra le fila dei Bulls in cui fece registrare 23,8 punti, 4,1 rimbalzi e 5,3 assist per gara.

Evidentemente la sorte non lo ha baciato per quanto riguarda il capitolo Finali visto che anche al piano di sopra, dopo le due delusioni al college, ha partecipato alle finali del 2000 indossando la casacca dei Pacers quando, purtroppo per lui, come avversari c’erano i Lakers del primo anello del recente 3-peat: vi lasciamo immaginare/ricordare chi abbia vinto…

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White Mamba contro tutti

Che Brian Scalabrine fosse il giocatore più forte del pianeta lo sapevamo… però il mondo è stato spesso infestato da eretici.

Nel basket c’era gente che vedeva in Scalabrine nient’altro che un figurante…

Così il nostro White Mamba, da cui OVVIAMENTE Kobe ha copiato il nickname, ha deciso di sfidare i giocatori più forti dell’area di Boston… a voi le immagini delle sfide:

Per la cronaca lui ha un anello, molti altri no: White Mamba – Eretici 1-0

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Accadde ieri… 29 gennaio 2013

Warriors-Cavs: non che il campo di Cleveland sia inespugnabile, però se ci si mette anche la serataccia al tiro di Irving (5/17) per Golden State diventa tutto più facile nonostante l’assenza di Curry… Sempre ottimo l’apporto di Lee (20+13+8) e di Thompson (32), anche se risalta la prestazione di Jack come titolare con 26 punti e 12 assist…

Bucks-Pistons: passeggiata di Milwaukee su Detroit grazie al 30ello di Jennings… Lasciateci però sottolineare la prova di Drummond: 18+18 in poco più di 27 minuti, tanta roba il rookie!

Mavericks-Blazers: partita decisa dal buzzer beater di Aldridge (29+13) che corona una rimonta durata tutto il secondo tempo… Interessante la reazione di Batum che ha alzato le mani in segno di vittoria nell’istante in cui è stato scoccato il tiro della vittoria… Per Dallas si è rivisto un ottimo Dirk autore di 26 punti… Tra le fila di Portland benone anche Hickson che mette a referto una bella doppia doppia da 26+15

Hornets-Lakers: va bene, non sarà la vittoria del secolo come quella contro OKC, ma di questi tempi per i Lakers è tutto oro che cola in ottica ottavo posto playoff… Altra gara da fantasista per Bryant che anche stanotte smazza 11 assist (aggiunti ai 14 punti e 8 rimbalzi); su questi numeri, fermatevi un attimo e pensate che LBJ li fa registrare nelle giornate no… Tornando alla gara, tra i gialloviola si mette in luce ancora una volta Earl Clark con 20 punti e 12 rimbalzi e per ora non fa rimpiangere Gasol, anche se questa affermazione ha una valenza puramente statistica perchè sul piano del QI cestistico col catalano siamo sempre andati benone…

Iverson rifiuta la D-League

Ringraziando tutti gli dei del basket, Iverson ha rifiutato la proposta di tornare a giocare.

iverson

Un conto sarebbe stato rivederlo nelle vesti del veterano di extra lusso per conto di qualche contender, anche se dubitiamo che il suo ego glielo avrebbe permesso, ma la D-League sarebbe stata tutt’altra cosa.

I Texas Legends, squadra satellite dei Dallas Mavericks, avevano fatto recapitare a “the Answer” una proposta per unirsi a loro mediante il loro co-proprietario Donnie Nelson, figlio di Don e attuale President of basketball operations dei Mavs.

Iverson, pur ringraziando, ha declinato motivando così la sua scelta:

“I thank Donnie and Dallas for the consideration and while I think the D-League is a great opportunity, it is not the route for me.

I realize my actions contributed to my early departure from the NBA, should God provide me another opportunity I will give it my all. … My dream has always been to complete my legacy in the NBA.

To my fans, I love yall! Not a day goes by that I am not asked when am I coming back, we all must accept that my return is not up to just me.”

Per ora, o forse per sempre, ci piace ricordarlo così: